Santuario di Mongiovino | Official Web Site

Il progetto di restauro del Complesso Monumentale annesso al Santuario della Madonna di Mongiovino

Progetto per il Restauro e il Recupero funzionale, per la rivalutazione del territorio del Santuario, della Chiesa di San Martino e del Complesso Monumentale adiacente.

Il Complesso monumentale del Santuario della Madonna di Mongiovino, costituito dalle due chiese e dall’ex edificio monastico che si affacciano sull’ampio piazzale antistante e dall’annesso borgo, rappresenta un insieme storico di rilevante importanza che si evidenzia anche nell’impatto paesaggistico che il monumento genera nel suo intorno.

Il valore monumentale ed ambientale è dovuto alla qualità architettonica delle strutture emergenti del Santuario rappresentate dalla cupola e dal campanile, per un progetto attribuito a Rocca da Vicenza, forse su disegno di Bramante.

Il Complesso è significativo anche dai lati esterni, dove gli edifici annessi assumono le caratteristiche di borgo che, insieme alla cupola e al campanile,  fin da lontano creano un suggestivo impatto visivo ed ambientale che qualifica l’intera zona, divenendone immagine e simbolo.

Gli edifici furono abitati dai canonici e da una comunità di residenti nel dopoguerra.
Inoltre servirono anche come ospizio per i pellegrini che giungevano numerosi da ogni parte.

Va evidenziata questa vocazione ricettiva ed abitativa per soggetti locali e transeunti.

La collocazione geografica del Santuario e la rilevanza che i culti mariani assumono a partire dal Cinquecento, ne fecero una meta privilegiata di pellegrinaggio. Il Santuario si trova, infatti, su un doppio circuito devozionale.

Il primo includeva mete di culto mariano locali come la Madonna della Carraia e del Busso presso Panicarola, la Madonna della Sbarra a Panicale, quella di Castel Rigone e di Santa Maria dell’Oliveto a Passignano e del Santuario delle Grondici sul colle opposto al centro di Tavernelle, tale da determinare un vero e proprio itinerario di fede ed artistico, ove Mongiovino assume l’importanza di centro propulsore.

Secondariamente, il Santuario era inserito nel percorso seguito dai pellegrini che dalla Via Francigena intendevano visitare Il Santo Anello a Perugia, i luoghi francescani di Assisi e di Santa Maria degli Angeli ed infine raggiungere Loreto, divenendo in tal modo luogo di passaggio e di sosta.

Tale itinerario assumeva particolare rilievo durante gli anni giubilari, portando su questo asse viario masse di pellegrini.

Aree interessate dal Recupero

La Soprintendenza è intervenuta più volte sulle chiese e sugli elementi di rilievo artistico del complesso. Tuttavia gli edifici annessi e circostanti si trovano in stato avanzato di decadimento, aggravato dall’uso improprio che ne fu fatto durante e dopo l’ultima guerra e dagli eventi sismici degli ultimi venti anni.

Occorre pertanto un recupero statico consolidativo e funzionale di questa parte del complesso che potrà stimolare un nuovo interesse nel campo delle civiltà dei pellegrinaggi che nella nostra epoca si stanno proponendo di nuovo come grande forza di sviluppo, non solo per la forza della fede, ma anche del turismo culturale, dell’economia e della valorizzazione delle risorse locali collegate.

Pertanto un recupero di queste strutture porterebbe a vari livelli di utilizzazione, locale, per le necessità della Confraternita che lo gestisce e della comunità giovanile del luogo, regionale, per necessità espositive e ricettive, nazionale ed internazionale, per i circuiti di pellegrinaggio ed escursionismo che vi convergono.  Come conseguenza ne deriverebbero, oltre un potenziamento della vocazione liturgica del luogo, possibilità espositive come quella del Museo degli arredi e paramenti sacri già presenti, occasioni di aggregazione giovanile, per attività culturali e ricettive tra le quali la possibilità di convegni a carattere nazionale ed internazionale.

Non va trascurata l’opportunità che ne deriva per l’impiego di risorse umane locali.

In tal senso il Complesso, presenta ampie potenzialità progettuali, non solo volte a un recupero storico stilistico, ma anche a una riqualificazione delle volumetrie e delle superfici tese ad un uso multifunzionale adeguato alle prospettive indicate.

Alla luce dell’analisi dell’edificio  già conventuale  e dei relativi annessi  evidenziata nella restituzione grafica realizzata a seguito di attento rilievo, si evince la qualità stilistica e spaziale del complesso, e su questa base,  considerando l’ampia possibilità interpretativa che offrono i vari livelli e le articolate volumetrie dell’insieme, si è giunti alla redazione di un progetto  che risponde alle  molteplici domande e possibilità indicate che si riferiscono essenzialmente ad esigenze ricettive, espositive, aggregative e ludiche. Oltre naturalmente alla primaria necessità conservativa degli edifici.